Procida, Venerdì Santo 2017
Una storia antica
Trailer - I giorni del sacro
Chissà com’era Procida trecentottantasette anni fa …
Sicuramente, il suo volto, era più libero dalle opere dell’uomo, la sua gente probabilmente meno strutturata, un cuore semplice e nello stesso tempo istintivo e quasi incontrollabile;
la fede, un veicolo di primaria importanza per la vita di ogni giorno.
In questo quadro prende vita una tradizione che fino agli inizi del 1700 aveva un carattere estremamente penitenziale, comprendente anche mortificazioni corporali, dopodiché, nel primo decennio del 1700, diventa simbolica e fino ai giorni nostri è rimasta quasi indenne al passaggio dei secoli, non ci sono rughe ne macchie, ma solo forza energia, passione e fede.
Una forte passione nata intorno alle strazianti vicende relative alle ultime ore di Cristo sulla terra.
Una fiamma che viene alimentata anno dopo anno, da padre a figlio, con una partecipazione quasi obbligatoria; si inizia che, spesso, non si è in grado di muovere nemmeno un passo da soli, per poi arrivare ad essere uomini anziani, che presentano al Cristo l’epopea della propria vita nella virtù e nella sofferenza, a volte con una semplice candela, con passo lento, affaticato, un sottile velo di commozione che resta indenne negli anni, testimone di un legame quasi ancestrale con Procida e la madre delle sue tradizioni.
Un suono straziante e misterioso richiama l’attenzione degli abitanti di Procida Nei giorni della passione di Cristo: come un urlo che sta a scandire in modo inesorabile la fine di un uomo condannato a morte.
Quel suono lasciato da una tradizione secolare, e impresso nel cuore di ogni abitante dell’isola; lo si accoglie come l’arrivo di una missione comune, che culmina nella Processione del Venerdì Santo.